All’interno del progetto edu-larp Utopia promosso da Progetto Goldstein, Eryados e La Città Ideale, siamo orgogliosi di presentare Utopia - Il viaggio, il live action role-play che trasporterà i partecipanti nelle atmosfere post-apocalittiche di una società dove gli unici sopravvissuti sono le ragazze e i ragazzi sotto i vent’anni.
Chi può partecipare
Studentesse e studenti delle scuole secondarie di secondo grado, in particolare degli istituti Lucrezio Caro, Matteucci, Pertini-Falcone, Santa Maria e Tasso di Roma e Leonardo da Vinci di Viterbo.
Quando
Sabato 11 maggio 2024.
Come partecipare
La partecipazione è gratuita e comprende il transfer A/R in pullman da Roma e Viterbo alla location dell’evento e il pranzo al sacco. Per iscriversi è necessario compilare questo modulo.
Dove
Campo Praesidium, Via Santa Maria Goretti, 160, 00048 Nettuno RM.
Un pullman accompagnerà i partecipanti in location e li riaccompagnerà al punto di partenza, gratuitamente.
Di cosa si tratta
I partecipanti interpreteranno un personaggio all’interno di uno scenario di live action role-play (per approfondire, LEGGI QUI). Come fossero i protagonisti di The Last of Us, Daybreak o The Walking Dead dovranno organizzarsi per sopravvivere in un mondo nuovo da ricostruire sulle macerie di quello vecchio, all’indomani della distruzione della società degli adulti. Per farlo dovranno affrontare pericoli, prendere decisioni, imparare a collaborare e decidere di chi potersi fidare. Per partecipare non è necessario avere particolari competenze, né saper recitare, basta essere disposti a mettersi in gioco.
Logistica
TRASPORTI
Ore 7:45 Partecipanti di Viterbo: appuntamento di fronte all’ITT Leonardo Da Vinci, via Alessandro Volta 26, Viterbo.
Ore 9:00 Partecipanti di Roma: appuntamento di fronte alla succursale dell’ITCG Matteucci, via Roberto Rossellini 5, Roma.
Ore 10:30 Arrivo a Nettuno. Inizio delle attività.
Ore 12:30 Pranzo.
Ore 17:00 Fine delle attività. Partenza del pullman.
Ore 18:30 Arrivo del pullman del ritorno a Roma (ITCG Matteucci, via Roberto Rossellini 5, Roma)
Ore 19:45 Arrivo del pullman del ritorno a Viterbo (ITT Leonardo Da Vinci, via Alessandro Volta 26, Viterbo)
PRANZO AL SACCO
L’organizzazione fornirà un pranzo al sacco costituito da due panini, una bottiglietta d’acqua da 0,5 lt, e un frutto. Altra acqua sarà disponibile in location per ricaricare le bottigliette o eventuali borracce. A metà pomeriggio sarà distribuito uno snack e un succo di frutta.
Scenario
La Fine della civiltà. Nonostante le chiare avvertenze e i continui richiami di scienziati e ambientalisti, l’avidità e la negligenza dei molti portarono l’umanità alla rovina. Così, mentre il pianeta si mostrava sempre più insofferente all’impatto dell’uomo, la politica e l’industria continuava a ignorare ogni appello per una gestione sostenibile delle risorse: l’abuso di combustibili fossili, la deforestazione e il perpetuarsi di comportamenti collettivi non ecologicamente sostenibili, contribuirono in maniera drammatica all’incremento della concentrazione di gas serra nell’atmosfera. Inesorabilmente, giorno dopo giorno, le temperature continuarono ad aumentare e con esse accelerò vertiginosamente anche la velocità dello scioglimento dei ghiacciai con il conseguente innalzamento del livello del mare. Tutte le città costiere vennero sommerse da tsunami di proporzioni bibliche, mentre isole intere scomparvero. A causa del riscaldamento globale, le terre fertili divennero tesori ambìti, l'acqua una moneta di scambio e la lotta per la sopravvivenza si trasformò in una battaglia. Ben presto, le popolazioni iniziarono a migrare in maniera sempre più consistente, lasciandosi alle spalle terre ormai inospitali o sommerse. La scarsità di risorse divenne inevitabile, portando a sempre più tensioni per il controllo del pianeta: i Paesi entrarono in guerra tra loro, causando ulteriore devastazione e morte.
Alla fine, anche tutto l’apparato tecnologico crollò, schiacciato dalla potenza della natura: le centrali elettriche si spensero, le comunicazioni caddero e una nuova minaccia calò silenziosa sulla popolazione adulta fino ad allora sopravvissuta. Con il disgelo dei ghiacciai, infatti, si liberò un virus preistorico sepolto da millenni sotto diversi strati di permafrost. I crescenti problemi a cui far fronte portarono i sopravvissuti a scoprire con estrema lentezza la presenza di questo virus che fu ribattezzato “Criogène”. La sua diffusione fu rapida e letale, tanto da non concedere il tempo per la scoperta di un vaccino. Gli unici a dimostrarsi particolarmente resistenti furono solo i ragazzi sotto la soglia dei 20 anni, che mostrarono di possedere un’innata resistenza alle forme più gravi della malattia.
Il mondo dei ragazzi. Rimasti soli, senza alcun adulto su cui fare affidamento e a cui chiedere consiglio e supporto, compresero che l’unica possibilità che avevano di sopravvivere era quella di riunirsi per cercare di capire come sfruttare le risorse rimaste e le capacità di ognuno di loro. Il mondo che si trovavano davanti era molto diverso da quello in cui erano cresciuti e presentava nuovi e insidiosi pericoli. Infatti, nei tre mesi trascorsi dalla scomparsa degli ultimi adulti, approfittando dell’assenza di un’autorità, piccole bande criminali avevano iniziato a saccheggiare i rifugi degli altri sopravvissuti e a sfogare la propria indole prevaricatrice e distruttiva. Inoltre, le forti radiazioni solari continuavano a rappresentare un pericolo e limitavano la possibilità di avventurarsi all’esterno durante il giorno per più di qualche ora. Fu così che resisi conto dell’impossibilità di sopravvivere a lungo da soli, ragazze e ragazzi decisero di fare fronte comune, riunendosi nei luoghi a loro più familiari: le scuole. E per un certo periodo la vita nella scuola proseguì senza intoppi. Attraverso un’attenta organizzazione, i ragazzi si divisero i compiti: chi si occupava di procacciare cibo e medicine, chi della loro distribuzione, chi difendeva il perimetro, chi si prendeva cura dei malati e dei feriti e chi coordinava il tutto. Purtroppo però, con il passare del tempo, le risorse iniziarono a scarseggiare spingendo i ragazzi a valutare la possibilità di mettersi in viaggio alla ricerca di un nuovo luogo dove stare.
La spiaggia. Alcuni lo avevano scoperto tramite una radio, altri grazie ai racconti di sopravvissuti come loro, chi invece aveva rinvenuto mappe e informazioni in zaini abbandonati da qualche sventurato ma la storia che veniva raccontata era sempre la stessa: una spiaggia lontana, un rifugio sicuro dove la vita può riprendere il suo corso e le risorse non scarseggiano. Inizialmente, l’idea di abbandonare la sicurezza della scuola suscitò dubbi e incertezze. Le domande senza risposta erano tante: chi li aveva contattati? Ci si poteva fidare di loro? Questo luogo esisteva davvero? E se si fosse trattato di una trappola?
Tuttavia, il crescente esaurimento delle risorse, le malattie, le difficoltà quotidiane, spinsero le piccole comunità, per un motivo o per l’altro, a prendere seriamente in considerazione la possibilità di partire alla ricerca della Spiaggia. Forse l’ignoto poteva spaventare e certo era difficile avere ancora fiducia nel prossimo, però vivere richiede anche atti di coraggio.
Così, dopo lunghe discussioni e riflessioni, decisero di affrontare il viaggio. Equipaggiati con tutto quello che potevano portare con loro, si misero in marcia lungo le strade deserte della città. Il viaggio fu duro e pieno di ostacoli. Durante il giorno il sole bruciava, costringendoli a fermarsi spesso per cercare sollievo e riparo nelle ombre degli edifici in rovina, mentre di notte l’oscurità e il freddo alimentavano la loro paura. Eppure, nonostante tutte le avversità, la speranza di raggiungere la spiaggia fu il collante che mantenne tutti uniti e determinati e ogni passo avanti che riuscivano a fare diventava una vittoria contro il disfacimento del mondo. Fu così, che dopo giorni di viaggio riuscirono a raggiungere quello che sembrava essere un avamposto, un luogo di passaggio. Qui vi trovarono un’altra piccola comunità di ragazzi, molto schivi, e alcuni adulti malati, ma ancora in vita. Fu chiaro che prima di proseguire era necessario fermarsi a raccogliere le idee, le forze, fare il punto della situazione e stabilire un piano per poi riprendere il viaggio.