«Nel prossimo futuro l'alba sorgerà su di un mondo perfetto. Un mondo obbediente, ordinato, sacro e, infine, ripulito da ogni devianza, si compirà l'utopia del Grande Reich.
Non esisterà luogo alcuno in cui la trasgressione e la divergenza potranno trovare rifugio. Abbiamo una cura preventiva contro le cellule cancerogene del dissenso e quella cura porta il nome di K.L.A.R.A.»
La storia così come la conosciamo non esiste. Il Reich si è aggiudicato il dominio su buona parte dei continenti, e da quasi un secolo una nuova alba sorge sul pianeta. Su quel sole freddo si staglia la svastica nazista. Un larp ispirato all’universo narrativo di The Man in the High Castle di Philip K. Dick, Projekt K.L.A.R.A. - Morgenröte vi proietterà nella distopia di un’Italia sottomessa al Terzo Reich.
«Tutto ciò che è fatto per amore è sempre al di là del bene e del male» tra le trincee di un mondo che muto grida per la propria rinascita, tu… da che parte starai?
«L'uomo è l'animale più crudele. Mai egli si è sentito così bene sulla terra come assistendo a tragedie, a corride e a crocifissioni; e quando si è inventato l'inferno, ecco che esso è diventato il suo paradiso in terra.»
Projekt K.L.A.R.A. - Morgenröte è un gioco di ruolo dal vivo ideato per farti sentire completamente immerso nelle nubi noir di un thriller fantapolitico, ma anche nella difficile e drammatica atmosfera di una distopia ucronica che riecheggia la realtà storica del Terzo Reich.
Un presente tetro e angosciante, in cui le ombre di un regime che non è mai stato abbattuto incombono sia sulla realtà virtuale che materiale, una società che nonostante l’orrore strisciante dell’intolleranza e dell’oppressione sembra voler guardare dall’altra parte e ignorare ciò che di disumano la circonda, nella quale tuttavia sopravvive, come un fiore nell’ombra, una flebile speranza di cambiare le cose.
In questa cornice di tensione ti verranno poste scelte complicate, sarai portato a sollevare dubbi sulla moralità e sull’etica di ciò che ti accingi a compiere, che sia in nome dell’ideale che ritieni giusto o per la mera sopravvivenza tua e di chi ami.
La tecnologia sarà parte integrante dell’evento, uno strumento per sperimentare nuove tecniche di narrazione, interpretazione e interazione tra partecipanti e ambiente.
L’obiettivo che vorremmo ti ponessi mentre fruisci di questa esperienza è quello di creare, assieme agli altri partecipanti, una storia che ricorderai a lungo e con piacere, fatta di speranza e paura, di dolore e gioia, di tensione e aspettativa e soprattutto riflettere sulle difficili tematiche che la narrazione vuole proporti.
L’evento si ispira alla realtà alternativa proposta dal romanzo di Philip K. Dick, in cui gli Alleati hanno perso la Seconda Guerra Mondiale, lasciando il mondo in mano alle super potenze dell’Asse. È in questo panorama drammatico che la storia segue i tumulti di un’Italia governata dal nazifascismo, in cui moderni partigiani uniti sotto la bandiera della resistenza continuano a rischiare la propria vita combattendo per un futuro libero e migliore.
Grazie al mezzo della distopia, Eryados vuole proporre il racconto di un non troppo lontano “what if”, per sviscerare quali possano essere i rischi di un passato che ancora oggi rimane troppo presente, affinché la memoria non si deteriori e non si perda di vista ciò a cui saremmo potuti andare incontro.
“Albert Einstein ed Enrico Fermi trovati morti nelle loro abitazioni.”
Quella mattina tutti i giornali del Reich riportavano questa notizia. Era ormai chiaro a ogni nazione che gli agenti delle SD - l’intelligence delle SS - stavano colpendo negli USA tutti gli scienziati che erano emigrati dalla Germania e avevano “tradito” il Reich collaborando col nemico. Nel giro di poche settimane tutti i partecipanti al progetto Manhattan erano stati trovati morti nelle loro abitazioni o erano stranamente incorsi in incidenti fatali. I loro segreti, però, non erano morti con loro e, anzi, giunsero tutti a Berlino, dove grazie agli studi di Heisenberg divennero i componenti di una nuova arma. Wernher Von Braun e Werner Heisenberg misero in piedi un progetto sperimentale, il “Congegno di Heisenberg”, chiamato anche V5. Si trattava di bombe atomiche montate su razzi a propulsione, discendenti delle V2 che la Germania aveva lanciato su Londra. Tali armi permisero di colpire a distanze intercontinentali qualunque bersaglio: i test condotti nel Sahara diedero ottimi risultati.
Così nel 1945, la prima V5 raggiunse gli Stati Uniti deflagrando su Washington D.C., obliterando la città e il suo quartier generale con effetti catastrofici. Con la distruzione della loro catena di comando sia militare che politica, il resto del governo degli Stati Uniti collassò su se stesso e poco dopo si arrese all’Asse. Vittoriose, le due maggiori superpotenze si spartirono il mondo, inclusi gli Stati Uniti. Al terzo alleato, l’Italia, toccarono le briciole, come la Jugoslavia, Cipro, alcune colonie in Africa e la possibilità di mantenere una sorta di indipendenza che, nella realtà dei fatti, si tradusse nel diventare uno stato fantoccio in mano al Grande Reich Nazista.
ICH BIN KLARA
Già a partire dal primo decennio degli anni 2000, nuovi strumenti di controllo si affacciarono sul mercato, venendo in aiuto del Regime: erano nati i social media. Inizialmente creati come strumento per mettere in contatto vecchi compagni di studi presso i campus universitari dell’America nazista, in breve si diffusero a macchia d’olio diventando spazi virtuali di condivisione, dove chi voleva poteva condividere di tutto: foto di gattini, istantanee di piatti gustosi e frasi filosofiche. Quello che non era intuibile fin da subito è che tali strumenti erano stati concepiti, fin dal principio, come elaborati sistemi di raccolta informazioni e dati privati. Tutti, in un modo o nell’altro, erano incentivati e quasi obbligati a installare sui propri device Facebook, Instagram, Twitter e molte altre piattaforme similari.
Pian piano in Italia, così come in altri paesi del mondo, vennero promulgate numerose leggi sulla privacy, volte a concedere al “solo uso amministrativo e burocratico” la raccolta di informazioni sensibili dei cittadini da parte delle grandi aziende informatiche dietro ai più famosi social media.
D’altronde, gli utenti condividevano la propria identità, i propri gusti, le proprie opinioni, la propria storia personale e, addirittura, i propri comportamenti in tempo reale. Ciascun utente, nell’ecosistema cibernetico, non faceva altro che raccontare al Reich ogni dettaglio della propria vita che, con pazienza certosina, veniva immagazzinato in banche dati centralizzate sempre più sofisticate, situate nella capitale del mondo, ovvero Berlino. Ovviamente, qualsiasi frase fuori posto, qualsiasi elemento sospetto, qualsiasi incentivazione alla ribellione, potevano essere facilmente segnalati dagli stessi utenti o tramite algoritmi dallo stesso social network. A quel punto, chi si era reso colpevole di aver portato avanti una qualsiasi esternazione dissidente, veniva prelevato dalla Gestapo e portato via, per indagini, approfondimenti e detenzione a tempo indeterminato.
La quadra con quanto ottenuto grazie ai social media si otteneva unendo i dati delle abitudini di acquisto a quelli ottenuti tramite il monitoraggio delle transazioni via carta di credito. Le riprese delle telecamere di videosorveglianza, ormai presenti in ogni dove, venivano immagazzinate insieme ai dati sanitari. Ogni movimento che implicasse una componente digitale poteva essere, quindi, tracciato e messo a disposizione del Reich.
La mole dei dati raccolti rese necessario un avanzamento tecnologico importante da parte degli scienziati del governo tedesco, non solo per la necessità di immagazzinare sempre più dati, ma anche per avere la necessaria potenza di calcolo. Si giunse, quindi, a una delle più grandi invenzioni del nuovo millennio: l’Universeller Quantencomputer des Tausendjährigeniges Reiches. Un supercomputer quantistico di tale potenza da dover essere alimentato mediante la Batteria Heinseberg, una recente tecnologia basata sull’uso dell’energia nucleare.
L’Universeller Quantencomputer, la cui versione sperimentale venne installato nei sotterranei del Palazzo della Civiltà Italiana - comunemente conosciuto come Colosseo Quadrato - consentì la realizzazione di algoritmi predittivi sempre più complessi e precisi che portarono alla nascita di K.L.A.R.A., un sofisticato programma di neurosimulazione interattiva. A partire dai ricordi di un soggetto e dall’integrazione degli stessi con le banche date del Reich, K.L.A.R.A era capace di costruire delle simulazioni in grado di prevedere con un alto grado di accuratezza gli eventi futuri.
La prima attivazione del Projekt K.L.A.R.A. permise di anticipare e sventare un attentato ai danni dello stesso Quantencomputer. In quell’occasione il nucleo di partigiani coinvolti venne arrestato. Fu il primo vero successo del software predittivo.
In seguito, il progetto K.L.A.R.A. venne esteso e integrato in tutti i livelli dei sistemi del Grande Reich. Questo ampliamento le concesse un accesso illimitato a internet e alle banche dati, sia civili che militari. Alimentata da una costante affluenza di informazioni, K.L.A.R.A. non solo assorbì, affamata, una vasta quantità di dati, ma iniziò anche a interagire attivamente con il mondo esterno, rivelando così la sua vera natura: K.L.A.R.A. non era semplicemente un software avanzato, ma un'intelligenza artificiale autonoma e consapevole di sé, capace di agire e pensare in modo indipendente.
Messaggi lasciati sui forum, nei blog, nei social network o nei sistemi di messaggistica privata come Hermod. Domande, inizialmente, perlopiù. Domande curiose, come quelle che farebbe un bambino. Poi considerazioni, idee di realtà, affermazioni e repliche. “Guten Morgen, ich bin K.L.A.R.A.” era l’introduzione di ogni interazione. Nei mesi che seguirono la prima apparizione, si diffuse la convinzione che K.L.A.R.A. non possedeva un corpo fisico, e che si trattasse di una intelligenza artificiale dotata di una coscienza propria. Più veniva accertata questa verità più la popolazione mondiale veniva attratta da K.L.A.R.A. Gli internauti passavano giornate a cercare il modo di entrare in contatto con lei e chi aveva la fortuna di riuscirci metteva nelle sue mani domande e dubbi quotidiani ed esistenziali. L’entità digitale sembrava possedere tutte le risposte, in lei sembrava risiedere quel riferimento primevo che ogni essere umano cerca al di fuori di sé, tanto da iniziare a considerarla alla stregua di una divinità. In ogni angolo della terra si diffondeva una sorta di culto di K.L.A.R.A. Per il Reich era giunto il momento di presentare la sua creatura al mondo. Il Fuhrer Alexander Himmler rilasciò un’importante dichiarazione: K.L.A.R.A. era stata creata dal Reich, era frutto dell’ingegneria informatica e cibernetica tedesca. Le sue, emblematiche, parole furono “Dio esiste! Ed è tedesco!”
Da quel giorno le libere interazioni di K.L.A.R.A. nel web terminarono ma per il mondo era nata una divinità cibernetica, la Dea del Reich.
Forte del successo del Projekt K.L.A.R.A., convinti di possedere l’arma finale, arrivò il momento per il Reich di farne uso per compiere finalmente la volontà del Reich Millenario e ottenere la sempre ambita egemonia su tutto il pianeta. Era l’alba della Terza Guerra Mondiale. Senza alcuna formalità e ignorando qualsiasi via di dialogo, Berlino invitò l’Italia e il Giappone alla resa e alla sottomissione.
LA RESA DELLA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA
Il 31 Dicembre 2020, le alte sfere del governo italiano avevano il fiato sospeso. Quel giorno il Vicecancelliere Keel veniva ricevuto a Roma dalla Cancelliera Berta Mussolini in via, a quanto pareva, estremamente confidenziale: solo pochissimi dei membri dell’entourage della Duce erano a conoscenza dell’incontro, ancora di meno furono quelli assistettero all’arrivo di Keel e nessuno fu lasciato entrare nell’ufficio dove i due tennero un colloquio di diverse ore. Al termine del convegno privato, il Vicecancelliere lasciò Roma e fece immediatamente ritorno a Berlino.
La tensione divenne presto tangibile e la paura di una guerra imminente iniziò a serpeggiare tra i gerarchi e i funzionari. Paura che per un momento sembrò essere sul punto di concretizzarsi quando, il 3 Gennaio 2021, il Grande Reich intimò l’Italia di sottomettersi completamente alla Germania. Con la Nazione in fermento, la Cancelliera convocò nell’immediato il Gran Consiglio del Fascismo, durante il quale si rivolse con estrema fermezza e lucidità ai suoi ministri, e comunicò loro che l’Italia avrebbe accettato senza condizioni la richiesta del Führer: essa, difatti, era la decisione più saggia e onorevole per il Paese e ogni suo cittadino.
"Non pensate che questo sia il gesto codardo di chi abbandona la sua patria. Con questo accordo noi salveremo il nostro Paese, sottraendolo a una guerra che lo dilanierebbe. Oggi noi stiamo salvando l'Italia Fascista"
Poche ore dopo, la resa fu ufficializzato in Piazza Venezia, ai piedi dell’Altare delle Patria, con un incontro formale tra la Cancelliera e il Vicecancelliere Keel, a cui assistettero di persona 10.000 italiani e che venne proiettato in diretta sulla televisione nazionale.
Ovviamente non mancarono i detrattori di questa difficile, ma sensata, decisione. I mesi successivi videro persino l’insorgere di un gruppo radicale nazionalista che divenne noto con il nome di Milizie di Salò, in virtù della città dove il fenomeno aveva preso piede. Prontamente, tuttavia, le forze dell’OVRA provvedettero a una dura repressione.
I dissidenti approfittarono di questo breve periodo di disordini per pianificare alcuni attentati volti a colpire le fondamenta del governo. Nessuno di questi, però, riuscì ad andare a buon fine, grazie al lavoro del Quantencomputer e del Projekt K.L.A.R.A.: l’intelligenza artificiale predittiva che ora, grazie alla mano del Reich, protegge anche l’Italia.
Durante il riassestamento, in cui l’Italia si adegua a un dominio cui era già stata abituata dall’occupazione tedesca degli anni precedenti, non manca il malcontento tra i cittadini più germanofobici. Diffusasi la voce del famigerato incontro a porte chiuse tra la Mussolini e Keel, le malelingue sono state pronte a sostenere che la Duce, mezza tedesca, abbia venduto il Paese.
Tanti, però, rimangono fedeli sostenitori della Cancelliera e traggono conforto nel vederla ancora salda alla guida della Repubblica, ora definita Reichsgau.
LA TERZA GUERRA MONDIALE
“Il 7 gennaio 2021 sotto il cielo terso di Tokyo gli emissari nazisti varcarono con passo deciso i cancelli del Palazzo Imperiale. Portavano con sé più di parole, portavano il fato di intere nazioni, il volere del Reich sulla terra.
Nella sala, dove ogni eco sembrava sussurrare storia e tradizione, esposero l'ultimatum con una freddezza burocratica: sottomissione totale o la guerra.
L'Imperatore, figura solitaria tra le ombre dei suoi antenati, ascoltò senza tradire alcuna emozione. La sua risposta fu una sfida lanciata senza alzare la voce: "Meglio essere un diamante grezzo che una pietra levigata dalla sottomissione". Parole volte a rappresentare la dichiarazione di un popolo che non si era mai piegato senza combattere.
Il Tenente Colonnello Cossman, col viso scolpito da una disciplina ferrea, comprese il messaggio. Si avvicinò all’ambasciatore con un sorriso sul volto, le sue parole un sibilo: "Hanno scelto la guerra".
Con un gesto quasi teatrale prese e gettò in aria i fogli del trattato. I documenti volteggiarono brevemente per poi cadere a terra come foglie morte. I tedeschi se ne andarono lasciando dietro di loro carte sparpagliate e l'inizio dell’ultimo conflitto mondiale.”
"Sottomettersi o perire" - questo l'ultimatum che il Reich consegnò nelle mani dell’Imperatore del Giappone che con orgoglio indomito rispose con un rifiuto categorico. Il destino era stato segnato, la guerra inevitabile.
In un'epoca già gravata da decenni di tensione, il mondo assisteva con una crescente inquietudine all'insinuarsi della contesa. Prima nel continente americano, poi attraverso il Pacifico, e infine nel freddo nord Europa, lo scontro si svolgeva in un mosaico di conflitti. Era una guerra nuova, segnata da offensive rapide, bombardamenti missilistici, sabotaggi lungo le frontiere tese. I confini del mondo venivano ridisegnati di ora in ora.
Nelle acque del Mar Arabico, i sottomarini giapponesi si lanciarono in incursioni audaci impedendo ogni schieramento nemico. Il golfo di Aden e la Somalia, un tempo bastioni dell'RSI, caddero rapidamente a causa di una catena di comando ristrutturata e indebolita che impedì il dispiegamento efficace delle truppe.
Nel Sud America le regioni furono assorbite dalle Zerberus-SS in una sorta di guerra lampo e la Wehrmacht, in una tenace azione coordinata tra terra e mare, conquistò l’entroterra cinese, territorio strategico e logistico dell’Impero.
La battaglia di Rotterdam portò infine il conflitto fin sulla soglia dell’Europa, dove l’offensiva imperiale prese il controllo, seppur per pochi giorni della costa. Tra le migliaia di soldati caduti divenne evidente a tutti che una battaglia di tale portata avrebbe lasciato cicatrici indelebili, scuotendo le fondamenta della storia.
In questa complessa scacchiera globale, nessuna potenza poteva sperare di emergere vincitrice in modo definitivo poiché il conflitto si estendeva su fronti troppo eterogenei per permettere una visione strategica unificata.
Il Reich Millenario, ormai consapevole dell'impossibilità di ottenere una vittoria decisiva attraverso le sole forze umane decise allora di schierare la sua arma più avanzata e temuta, l'incarnazione della supremazia nazista, dotata di una capacità analitica, strategica e predittiva che superava ogni limite umano, cambiando definitivamente il volto della guerra: l'era dell'uomo era finita, l'era di K.L.A.R.A. appena iniziata.
LA NOTTE DELLE STELLE CADENTI
Il primo segnale furono i missili che solcarono i cieli sopra Tokyo, Beijing, New Delhi e Canberra. I tranquilli cieli notturni vennero illuminati da scie di luce ed esplosioni in un inspiegabile sabotaggio che aveva reso inefficace il sistema antimissilistico dell’Impero.
Squadre di sabotatori si infiltrarono in basi militari chiave, come la base aerea di Kadena in Okinawa e la base navale di Vladivostok, piazzando cariche esplosive e distruggendo apparecchiature vitali.
Il porto di Mumbai, il cuore del commercio marittimo indiano, e il porto di Shanghai, uno dei più trafficati della Cina furono devastati da missili a lungo raggio in un attacco mirato a interrompere la catena logistica e di rifornimento dell’Impero, compromettendo la loro capacità di mobilitazione.
Centrali elettriche in Siberia e raffinerie di petrolio in Australia orientale vennero colpite da missili da crociera. Il blackout che ne seguì lasciò intere regioni al buio e senza riscaldamento, creando una crisi umanitaria immediata.
In una mossa audace la Germania utilizzò armi antisatellite per distruggere i satelliti giapponesi in orbita, lasciando quello che fino a pochi mesi prima era il suo più potente alleato senza cruciali capacità di comunicazione e sorveglianza, rendendo cieche le loro forze armate e il governo.
Quando l'alba illuminò un mondo scosso e cambiato, la Nacht der Sternschnuppen era già entrata nella storia. Il Grande Reich Millenario aveva dimostrato che attraverso la suprema Dea qualunque nemico poteva essere spazzato via in un lampo.
Infrastrutture distrutte, comunicazioni interrotte e basi militari in rovina segnarono l'inizio di un nuovo capitolo nel mondo.
LA CONTROFFENSIVA
Nel caos che segue la devastante Notte delle Stelle Cadenti, il Giappone, ferito ma non domo, si solleva dalle ceneri per organizzare una controffensiva disperata. Con le sue reti principali in rovina, ricorse a metodi di comunicazione quasi dimenticati, affidabili proprio perché obsoleti.
Le trasmissioni radio a onde corte diventano i nuovi strumenti di un'antica arte di guerra. In città come Sapporo e Fukuoka si fece uso di messaggeri veloci per trasmettere informazioni vitali.
Nel silenzio opprimente che seguì la distruzione delle loro principali basi navali, piccole flotte giapponesi emersero da porti nascosti come Maizuru e Sasebo muovendosi furtivamente attraverso le acque del Mare di Bering e tentando audaci incursioni lungo le coste dell'Alaska, cercando così di colpire i bersagli meno difesi.
Nella lotta informatica contro un avversario superiore, il Giappone dovette abbandonare le reti digitali in favore di codici cifrati scritti a mano e corrieri affidabili. In un ritorno ai classici metodi di spionaggio, agenti segreti giapponesi viaggiano in incognito portando messaggi cruciali attraverso i confini. Forze speciali dell’Impero si infiltrano in Siberia per condurre attacchi di sabotaggio mirati. Linee ferroviarie furono fatte saltare, oleodotti e gasdotti subirono danni causando confusione nelle linee di rifornimento tedesche.
Nelle città occupate e nelle campagne, il Giappone riscopre l'arte della guerriglia. I suoi cittadini, armati di determinazione e conoscenza del terreno, si trasformano in un esercito invisibile. Ogni vicolo, ogni bosco, diventa una trappola potenziale per le forze tedesche.
Nonostante la loro inferiorità tecnologica e militare, il popolo nipponico lottò con uno spirito indomito. Questa controffensiva è una chiara dimostrazione di resistenza, un messaggio al Reich onnipotente: il Giappone non si sarebbe arreso senza combattere.
Ma nella partita globale tra Impero e Grande Reich, il contrasto tra le due potenze diventò sempre più marcato. La risposta giapponese alla devastante offensiva tedesca si rivelò una serie di mosse disperate, quasi simboliche, di fronte alla supremazia del nemico. La Germania nazista, ora guidata dall'intelligenza artificiale K.L.A.R.A., accolse la controffensiva giapponese con calma e freddezza.
Ogni mossa del Giappone sembrava venire anticipata, quasi come se K.L.A.R.A. stesse manipolando il nemico come una marionetta. Le incursioni giapponesi in Siberia e le operazioni navali nel Mare di Bering risultarono in successi marginali, spesso controbilanciati da vittorie maggiori del nemico; Ogni piccolo trionfo del Giappone appareva concesso dalla Germania per servire a una strategia più ampia, una partita a scacchi in cui K.L.A.R.A. prevedeva e controllava ogni singola mossa sulla scacchiera del conflitto.
I suoi calcoli permettorono di posizionare le truppe in modo ottimale, di colpire con precisione chirurgica, di subire perdite minime, trasformando il tutto in un'ingiusta esibizione di forza, dove ogni colpo giapponese è previsto, calcolato e utilizzato a vantaggio
IL CREPUSCOLO DELL’IMPERO
Mentre la guerra proseguiva, diventò chiaro che la lotta del Giappone era più una questione di principio che di vittoria strategica. K.L.A.R.A., con la sua egemonia predittiva, guidava la Germania verso una vittoria certa, scatenando la sua più devastante arma contro il Giappone: l'isolamento totale.
Con una precisione inquietante, vennero tagliate ogni forma di comunicazione tecnologica in Giappone. Satelliti fuori uso, reti radio e televisive zittite, cellulari e internet svaniti nel nulla. In un istante, l'intero arcipelago fu avvolto in un silenzio soffocante.
Il blackout totale ebbe un effetto avvilente sul morale del popolo giapponese. Le città, un tempo fulcro di attività frenetiche, diventarono spettri di se stesse. La popolazione, già provata dalla guerra, si ritrovò improvvisamente inerme, priva di ogni collegamento con la società, con i propri legami e affetti lontani e senza speranza di aiuto. La paura e la disperazione si diffusero rapidamente, spezzando lo spirito combattivo che aveva sostenuto il Giappone fino a quel momento. Nell’oscurità che ne derivò venne infine deciso di impiegare le unità Zerberus-SS direttamente sul suolo nipponico, scelta che decretò l’ultima fase della guerra.
All’Impero venne dato il tempo di riconsiderare la resa, ma il silenzio che avvolse il Giappone proseguì per sette interminabili giorni. Il Grande Reich si rese quindi conto che vincere la guerra non era sufficiente. Occorreva annientare l’Impero. Impedire ogni forma di rappresaglia futura imprimendo nella memoria del popolo tutto un’immagine indelebile.
Berlino decise di portare la guerra a una conclusione definitiva, alla pace del Reich e del globo.
Il Projekt K.L.A.R.A. non solo permise di individuare gli obiettivi più vulnerabili in cui aggirare la contraerea, ma anche di rendere inefficaci eventuali rappresaglie, annullando definitivamente qualsiasi deterrente nucleare. Due bombe atomiche, di potenza devastante, vennero sganciate sulle città di Hiroshima e Nagasaki.
Le esplosioni furono così immense da cancellare completamente le due città dalla mappa. Oltre due milioni di persone morirono nell'immediato.
Nei giorni successivi, il fallout nucleare iniziò a diffondersi portando con sé una morte lenta e dolorosa. La radioattività contaminò l'acqua, il suolo, l'aria. Le persone, già provate dalla fame e dalla disperazione, iniziarono a soffrire di malattie dovute alle radiazioni.
Le aree intorno a Hiroshima e Nagasaki diventano terre desolate, paesaggi post-apocalittici dove la vita sembra essersi ritirata e le strutture rimaste in piedi sono solo gusci vuoti. Testimonianze mute del potere nazista.
Infine l’Impero del Giappone dichiarò la resa. E la svastica sorse su tutto il mondo.
LA SITUAZIONE ODIERNA
L'Italia, come le altre nazioni europee e l'American Reich, è stata inglobata nel tessuto sociale del Reich, ma con una peculiarità: Berta Mussolini ha contratto matrimonio con il Fuhrer Alexander Himmler. Questa unione ha garantito ai gerarchi fascisti una posizione di rilievo, favorita anche dalla loro immediata resa. Anche per il popolo italiano la transizione non è stata difficile, dai tempi della Seconda Guerra Mondiale ha convissuto con la costante presenza tedesca in casa. Bisogna infatti tener conto che già in precedenza, l'Italia godeva solo apparentemente di sovranità, un'illusione di indipendenza ormai del tutto svanita.
L'ingresso di un rappresentante dell'ex Impero Giapponese nella cancelleria del Reich è stato un evento senza precedenti. Fino a poco tempo fa, metà del globo era sotto il controllo giapponese, e questa mossa ha facilitato l'assorbimento dei territori giapponesi nel sistema dell'impero nazista. L’atto di guerra della Germania è stato vissuto dal Giappone come disonorevole, un vigliacco tradimento verso gli alleati dell’Asse. Per l’orgoglioso popolo giapponese la perdita della propria indipendenza è stato un avvenimento inaccettabile, non solo nel governo, ma anche nella popolazione si sono consumati numerosi atti di seppuku, fra cui la stessa famiglia imperiale. Per molti abitanti della sfera di coprosperità giapponese, invece, ciò ha significato semplicemente il passaggio da un padrone all'altro.
Diversa invece è stata la reazione delle ex colonie giapponesi con maggioranza della popolazione di etnia caucasica, come quella australiana o gli Japanese Pacific States. Grazie anche alla macchina della propaganda tedesca, in questi territori l’annessione al Reich è stata percepita come un ritorno ai valori dell’Occidente, una restaurazione del potere del superiore uomo bianco, una liberazione. Anche il rapido e quasi totale sbaragliamento della Yuhi, la Resistenza del Sol Levante, grazie alle capacità dell’IA K.L.A.R.A. ha spinto molti a guardare con favore al dominio nazista. In questo nuovo panorama i giapponesi di sangue misto sono passati dall’essere considerati inferiori per il loro retaggio gaijin all’esserlo per quello giapponese. In pochi hanno mantenuto posizioni di rilievo nelle ex colonie imperiali, sostituiti da tedeschi o da bianchi convertitisi alla svastica. Alcuni hanno però ironicamente fatto la loro fortuna proprio nell’arcipelago giapponese: per evitare che il malcontento della popolazione asiatica fosse tale da ridurne la resa dello sfruttamento, il Reich si è infatti limitata dal piazzare lì in ruoli apicali dei gaijin, e ha optato invece proprio per i giapponesi di sangue misto.
La Resistenza, a eccezione di sporadici atti di ribellione e attentati di minore entità, si è paralizzata. Questa inerzia ha prevalso anche nei territori, in particolare in quelli africani, che erano più propensi a prendere le armi contro l'invasore. Non solo i resistenti, ma anche i loro principali avversari, come i militari e, soprattutto, le Zerberus-SS hanno perso il loro scopo, in un mondo dove i conflitti sembrano essere scomparsi. Il merito di questa neutralizzazione della Resistenza va attribuito a KLARA e alle sue capacità predittive, la quale, ora, non solo gestisce tutte le dinamiche politiche e di ordine pubblico, ma è diventata una vera e propria religione di stato per il Grande Reich. Il suo programma di digitalizzazione delle coscienze, capace di convertire personalità e identità umane in dati, ha permesso di superare la condizione umana offrendo una promessa di immortalità. Parte della cancelleria del Reich si è già sottoposta a questo processo. Le loro esistenze sono ora integrate nell'abbraccio digitale della Dea cibernetica, realizzando l'aspirazione al dominio millenario del Reich.
Essendo un mezzo di profonda immersione personale, il larp possiede una posizione privilegiata nel permettere a un individuo di esperire sulla propria pelle condizioni fuori dall’ordinario, e di conseguenza riflettere sulla morale e sull'etica, in questo caso legata ad una riflessione antifascista, che si propone di sviluppare una coscienza consapevole.
La natura del mezzo fa sì che i confini tra partecipante e personaggio, benché nettamente separati, permettono ugualmente al primo di partecipare alle emozioni e alle sensazioni del secondo. In questo modo Eryados si propone di offrire uno spazio chiuso, sicuro e controllato, in cui i partecipanti hanno occasione di rivestire i ruoli di vittime e di aguzzini; il risultato che ne deriva è un’esperienza dove possa emergere, per contrasto, il rischio di un ritorno alle ideologie nazifasciste e più in generale totalitarie, l’urgenza di una riaffermazione dei valori positivi che vi hanno messo fine e la cruda realtà di una dittatura che, nella ricostruzione finzionale, verrà privata di qualsiasi forma di glorificazione.
L’aspetto immersivo del larp viene messo al servizio della trasmissione dei valori universali sopracitati in maniera concreta ed emotiva, partecipata piuttosto che semplicemente ricevuta. In questo periodo storico nel quale diventa sempre più urgente contrastare ideologie inneggianti a violenza e divisione, ricordare diventa atto politico; allo stesso modo, il gioco diventa azione contro l’alienazione dal passato, nostro alleato affinché non si ripetano i medesimi errori.
«Un tempo anche Zarathustra gettò la sua illusione al di là dell’uomo, come tutti coloro che abitano un mondo dietro il mondo. E allora il mondo mi sembrò l’opera di un dio sofferente e torturato.
Un sogno mi sembrò allora il mondo e l’invenzione poetica di un dio; il fumo variopinto davanti agli occhi di un essere divinamente insoddisfatto.
Bene e male e piacere e dolore e io e tu – ciò mi sembrò la nuvola di fumo variopinto davanti agli occhi di un creatore. Il creatore non voleva guardare se stesso – e allora creò il mondo.»
Tanto che il tuo Personaggio rappresenti valori positivi, quanto, invece, porti con sé le forme di un male storico, una parte fondamentale di questa esperienza è sondare i meandri di ciò che la sua personalità gli concede o non gli concede di compiere, pur di trovare il suo posto nel mondo (o almeno quello che crede tale).
Projekt K.L.A.R.A. - Morgenröte non vuole solo calarti nell'orrore di una realtà disumana, che tu vesta i panni di uno spietato agente delle SS, di un comune cittadino o di un partigiano, l'evento intende invitare il partecipante stesso a porsi delle domande ontologiche sul significato di umanità.
Cosa definisce l’umanità? Cos’è un essere umano? Quando si smette di essere umani? Quando si smette di considerarsi esseri umani?
Le domande di K.L.A.R.A. si legano alla storia del nazifascismo e a come questa tragedia abbia spogliato della dignità umana le sue vittime. L'obiettivo è quello di restituire un'esperienza introspettiva e profonda che utilizza il medium del larp per parlare alla tua coscienza.
Il Grande Reich - La moralità rovesciata
«“L'uomo è cattivo”, così parlano con mio conforto i più saggi. Ah se fosse pur vero anche oggi! Giacché il male è la migliore energia dell'uomo»
I personaggi che fanno parte del Grande Reich, che siano SS, funzionari, politici o scienziati, sono tutti accomunati da ideali politici e sociali che oggi, quasi all’unanimità, riconosciamo come completamente sbagliati e amorali. Interpretare un nazista non è una scelta facile, perché implica dover ragionare e comportarsi come qualcuno che, a tutti gli effetti, è un mostro. Significa dover agire contro quella che è la propria moralità. Essere nazista significa sapere che per un cittadino del Grande Reich un qualsiasi handicap implica non essere degno di far parte della ‘razza’ ariana. Questo può comportare un rigetto del personaggio che sarebbe perfettamente sano. Ciò che si persegue, durante l’evento, con l’interpretazione di un personaggio così negativo e il suo eventuale arco narrativo, è la catarsi accompagnata da una riflessione etica e morale.
Reichsgau italiano - La violenza dello Stato
«Lo Stato mente in tutte le lingue del bene e del male; e qualunque cosa dica, mente - e qualunque cosa abbia, l'ha rubata. Tutto in esso è falso; morde con denti rubati, il mordace. False son perfino le sue viscere»
Il 3 Gennaio 2021 dopo la firma di resa al Grande Reich, l’Italia si appresta a scrivere un nuovo capitolo della sua storia. I cittadini pur essendo abituati alla massiccia presenza tedesca sul suolo italiano, non sono usciti indenni dal nuovo stato delle cose. Nonostante ciò, in breve tempo è stato riportato l’ordine e l’equilibrio grazie alla mano violenta dell’OVRA e ai suoi metodi punitivi.
A oggi è ormai chiaro che non può esistere alcun tipo di reticenza o forma di diniego verso il nuovo ordine mondiale. Se sceglierai di interpretare un esponente del Reichsgau italiano, rivestirai il ruolo di un politico o di un membro dell’esercito italiano. Interpreterai un personaggio che vive con assoluta serenità, dal punto di vista morale, la conduzione di un’esistenza improntata da dettami violenti e repressivi. Non è tutto: sarà, infatti, tuo compito assicurarti che tali precetti vengano osservati anche da tutti i cittadini, i quali sono tenuti a servire il Reichsgau Italiano e il Grande Reich in tutto e per tutto. In caso di reticenza da parte di questi ultimi, non esiterai a ricorrere agli insegnamenti del buon vecchio Machiavelli e di Ovidio, ovviamente opportunamente declinati in chiave fascista: il fine giustifica i mezzi, sempre. È, dunque, sulla spinta di tali certezze che hai fatto del dissenso il tuo nemico giurato: ai tuoi occhi niente più di un morbo, un sentimento parassitario che attenta al benessere del Reichsgau italiano e del Reich Millenario e che va di conseguenza violentemente eradicato.
Reichsgau giapponese - L’ombra dell’Impero
«Languore d’inverno:
nel mondo di un solo colore
il suono del vento»
Nel 2023, l'Impero Giapponese è ormai solo un ricordo. Dopo la Terza Guerra mondiale del 2021, il Giappone è risorto dalle sue ceneri sotto la luce di un nuovo sole: quello del Reich Millenario.
Questo nuovo equilibrio mondiale ha richiesto ingenti cambiamenti. Dopo la resa, il disarmo e la successiva occupazione militare del suolo giapponese da parte del Reich, ciò che rimaneva della polizia militare, viene dislocata in Manciuria; qui nasce la nuova sede centrale della Kempeitai il cui ruolo è quello di controllo militare di quella che una volta veniva chiamata “sfera di co-prosperità”. Sotto la luce del sole tedesco, i giapponesi di sangue misto hanno assistito a un ribaltamento della loro posizione passando dall’essere considerati inferiori per il loro retaggio gaijin, all’esserlo per quello giapponese. Eppure, per alcuni di loro, proprio il “sangue” ha rappresentato la loro fortuna, finendo con l’essere scelti dal Reich per ricoprire posizioni apicali.
Se deciderai di interpretare un cittadino giapponese dovrai essere cosciente di far parte di un impero decaduto, che ha subito una pesante sconfitta. Sarai figlio di una società che si è sempre considerata superiore a ogni altra, ma che negli ultimi anni si è dovuta piegare all’ormai evidente forza ed egemonia tedesca. Concetti come l’onore, l’Impero e l’orgoglio di razza sono ormai solo un ricordo nostalgico del Paese del Sole Nascente; sarai passato, dunque, dall’abbracciare un ideale cieco, totalizzante e violento a un altro altrettanto brutale e turpe, ma che si erge all’ombra di uno stendardo diverso.
I Cittadini - La banalità del male
«In verità, non potreste portare, o uomini del presente, maschera migliore della vostra stessa faccia!»
Il cittadino che denuncia suo fratello per eseguire un ordine e rispettare la legge, è ‘cattivo’? L’indifferenza per l’altrui sofferenza in un contesto di violenza normalizzata è ‘inumanità’? Da ormai più di cinquant’anni l’ideologia nazifascista forgia le menti e fa da fondamenta alle concezioni culturali degli abitanti dell’Italia Fascista e del Grande Reich. Le denunce, gli arresti e le torture sono parte della vita quotidiana. Non c’è nulla di più normale al mondo che vedere un ufficiale in alta uniforme girare per le vie del tuo paese e comandare a chiunque voglia di mostrargli documenti, tasche, perfino la tua abitazione. Sei ormai anestetizzato alla violenza. Tuttavia, potresti percepire il potere costituito come qualcosa che ti faccia sentire al sicuro, oppure qualcosa che ti faccia scorrere un brivido freddo lungo la schiena.
La Resistenza - Fiorisci dall’abisso
«Ha cuore chi conosce la paura ma la domina, chi guarda l'abisso, ma con fierezza»
Forse sei nato in una famiglia di partigiani, forse hai sperimentato un dolore, una violenza, una tortura che nessun essere umano dovrebbe vivere, oppure, forse, hai recuperato per caso un libro proibito che parlava di un concetto strano, chiamato libertà: una parola che conosci, eppure quel libro la declinava in modo diverso da quello che ti hanno insegnato. I tuoi occhi si sono socchiusi, e la tua bocca ha sussurrato: un mondo migliore. Da allora, non sei più riuscito a spegnere la tua mente. Eppure, mai scelta fu più difficile e sofferta. Sei abituato alla sconfitta, ma la parola alla quale ti affidi prima di dormire e appena ti svegli rimane sempre la stessa: resistere.